Shakespeare tra satira e umorismo dialettale

3 settimane fa 33
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Il pulviscolo dell’atmosfera costruisce striature tra i fasci luminosi, un crepuscolo che preannuncia ignoti passi alle spalle delle poltrone, sulle quali sprofondiamo man mano che le voci s’avvicinano. Assieme al silenzio, capitolano le aspettative, creando un’atmosfera inaspettata rispetto alla raffinatezza dell’opera shakespeariana: ’il primo soffio vitale: teatro!’. Eccoci proiettati dai tre attori nella Venezia del lontano 1574, dove si reclama ’la più grande storia d’amore di tutti i tempi’, infinita a tal punto che, ai più arguti, parrebbe ancor non essere stata concepita! Un ingegnoso falso storico, dal momento che la tragedia non era ancora stata scritta, ma funzionale alla trama, che ruota attorno ai comici Giulio Pasquati e Girolamo Salimbeni e alla cortigiana Veronica Franco, vissuti in quell’epoca e riportati grottescamente in vita dalla straordinaria compagnia Stivalaccio Teatro. Che non si aspettino, lorsignori, una barbosa sequenza di eventi: l’immediatezza e la dinamicità dello spettacolo s’evincono persino dalla scenografia di Nonnato, che assieme ai costumi di Munaretti e alle maschere di Macchi, definiscono i presupposti ideali per un’improvvisazione da canov...

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